SCRIVERE ATTRAVERSO LA MUSICA

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Attraverso questo articolo, scopriamo insieme come diventa interessante scrivere attraverso la musica.

Le primissime forme di musica sono nate certamente dal ritmo, dal battere delle mani, dei piedi, un movimento spontaneo e istintivo, una pulsione.
Questo muoversi è una spinta vitale che parte da dentro, che non si ferma, che cambia ed evolve, è un’emozione (dal latino: e fuori – moveo muovo, agito, che significa, muovere-fuori).
Il ritmo è un’espressione: portiamo quello che abbiamo dentro verso l’esterno, qualcosa che agita il primo motore, lo strumento più potente e sensibile, il nostro cuore che batte.
La scrittura e la musica sono forme espressive perché ci permettono di portare verso l’esterno qualcosa che conteniamo intimamente.
Sono gli elementi fondamentali dello sviluppo dell’uomo che trasmette il proprio sapere, le esperienze vissute, quello possiede in una forma originale e semplice: la parola pronunciata, il suono emesso.

La voce è il suono che conosciamo meglio ed il nostro corpo è una vera e propria cassa armonica meravigliosa.

Attraverso questo strumento abbiamo imparato a interagire con gli altri per portare le nostre esperienze, le eredità del passato attraverso racconti e storie narrate, musicate.

L’uomo è dotato di un’arte straordinaria, la capacità di raccontare storie, per esprimersi e tramandarsi.
Perché, sia che leggiamo un testo o che ascoltiamo una musica, stiamo vivendo, in prima persona, una storia che possiamo sentire più o meno vicina a noi, in base alle nostre esperienze, alla nostra sensibilità, alla nostra immaginazione e alla nostra curiosità.

Prendo, come esempio, tre autori contemporanei per le loro capacità e per la loro comunicazione.
Vediamo insieme come GENERE, STILE e PERSONALITÀ determinino il successo di un musicista e perché la loro musica ha molto da insegnarci.
Ho scelto:
Per la musica d’autore Francesco de Gregori, per il Pop Rock Vasco Rossi e per Pop Rap Mister Rain.

La donna cannone”
“Vita spericolata”
“Ipernova”

Dalla musica d’autore alla musica commerciale: uno strumento per raccontare il proprio tempo

Ho scelto tre artisti che rappresentano bene, a mio parere, tre periodi storici diversi e, nello stesso tempo, abbastanza vicini alla nostra esperienza musicale.

Questi autori usano tutti una forma di racconto molto intima, con storie vissute spesso in prima persona con lo scopo di coinvolgere ascoltatori che possono immedesimarsi facilmente nei loro brani.

Con “ La donna cannone” De Gregori utilizza una figura che fa parte dell’immaginario collettivo presente negli spettacoli del circo.
Forse è uno dei brani dove il ”trasporto” emotivo viaggia insieme alle immagini evocate. Noi immaginiamo questa donna che vola in cielo libera, appagata e ripagata da una vita pesante e ingrata.
È la storia di una persona amata, una canzone dedicata e scritta per una cantante che ha subito delle ingiustizie e per la quale, certamente, De Gregori, prova affetto e ammirazione. Questo coinvolgimento emotivo permette a De Gregori di sentirsi partecipe ad una vita e si fa tramite di un messaggio di rivincita.

Un racconto nel quale ci sentiamo anche noi partecipi ed osservatori, protagonisti e ascoltatori: pur non sapendo l’origine ne presumiamo l’intenzione, ci lasciamo trasportare.

Lo stile di De Gregori è riconoscibile ed insegna un modo di osservare il mondo personale, senza lasciarsi trascinare dalla superficialità degli anni ottanta, si avvicina alle persone che cercano confidenza, intimità, storia.

Vasco Rossi, invece, percepisce e cavalca il suo tempo: un approccio semplice e diretto, l’uso della ripetizione delle parole per essere capito, perché i suoi testi cercano la comprensione, la chiarezza e la condivisione. Senza sbavature, senza ricerca.
Dire le cose per quello che sono: “Voglio una vita spericolata.”
Vasco Rossi ripete con insistenza alcune parole con lo scopo di farle rimanere in testa, perché, in un mondo dove c’è molta confusione e poco tempo per fermarsi a capire, bisogna memorizzare poche e semplici cose.
Una semplicità che non diventa mai superficiale o banale. Un’arte, quella di Vasco Rossi, che toglie, invece di aggiungere, che sa come e dove arrivare con astuzia e con talento.

Sia la scrittura che la musica permettono un’assoluta libertà all’immaginazione, che lascia spazio al “non detto”, a tutto quello che viene evocato attraverso le immagini per lasciare spazio ad interpretazioni personali e ad una comunicazione più evocata che raccontata.

La musica di Vasco Rossi ha una forma che si adatta perfettamente al proprio tempo e, nel tempo, evolve, come a seguire l’età del cantante, aderisce perfettamente alla sua maturità, senza finzioni e forzature, si trasforma con lui e, proprio per questo motivo, rimane una certezza nel tempo. Un rapporto di sincerità e autenticità (un manifesto) attraverso il quale Vasco Rossi firma un patto d’intesa con il suo pubblico.

Osservando gli autori più giovani, possiamo notare che la comunicazione ha ridato alla parola tutta la sua forza: una forma orale/musicale presentata in rima, attraverso un discorso ritmico ed un linguaggio di strada. Viene eseguita in diversi modi, spesso sopra un beat o un accompagnamento musicale.
Il Rapping (che domina il panorama musicale), mette insieme tutte le sfaccettature di un mondo mutevole e vibrante, dove il tempo è inafferrabile e le cose vanno dette con la stessa violenta schiettezza della realtà circostante.
La musica Rap, non chiede comprensione, non cerca una memoria, ma vive il presente in modo totale. Le canzoni non vengono scritte per essere ricordate.
Molti giovani artisti hanno scelto questo percorso perché si riconoscono nei testi Rap: una comunicazione priva di ipocrisia e mezzi termini, per scrivere una parola dietro l’altra, usando tutto il fiato che hanno in corpo, inspirando il minimo necessario. Una capacità espressiva notevole.

Ho scelto Mister Rain perché il suo stile è originale, ed invece di essere trascinato da un genere (il Rap), è lui che utilizza il genere e ne fa poesia. Nelle sue mani il Rap diventa d’autore.

Testo “Ipernova” :

“Dicono che ognuno ha quattro sosia
E per cercarle tutte e quattro
Ho fatto il giro del mondo e mi sono perso
Ognuna di queste persone era meglio di te
Ma solo con te riuscivo ad essere me stesso
Ci siamo uccisi ogni giorno per ricominciare
Giocavamo a farci male e non capivi che
Se ti guardavo negli occhi mi vedevo migliore
Di ciò che sono, riflesso nella tua iride
Comunque vada andrò dritto per la mia strada
Sarai sempre la colonna sonora della mia vita
Tra tutte le persone sei la sola
Che colma perfettamente lo spazio che ho tra le dita (…)”

Quello che accomuna questi autori è la loro capacità di emergere, rispetto ad altri ed insieme ad alcuni, attraverso una musica autentica ed originale.
Talento e personalità diventano facilmente condivisibili, aldilà dei gusti personali.
Riescono ad essere commerciali, quindi a proporre una musica facilmente condivisibile e fruibile, senza permettere al successo di intaccare la loro ricerca personale.
Le loro canzoni, aldilà dei generi, possono insegnarci cosa significa scrivere osservando il proprio tempo, pur mantenendo una propria individualità.
Scrivere fuori tempo significa non accorgersi che le cose sono in movimento, che la vita è cambiamento, partecipazione, evoluzione.
Perché la comunicazione è uno scambio, un arricchimento e una condivisione. Una vibrazione.

“Non c’è niente che si insegni prima che non l’hai provata
Sono andato sempre dritto come un treno
Ho cercato nel conflitto
La parvenza di un sentiero”
Michele Bravi – testo “Il diario degli errori”

La composizione di un testo, la forma grammaticale, la metrica, sono aspetti che possono essere presi in considerazione in un secondo momento.
Intraprendere un percorso, osservare con partecipazione gli autori che a noi interessano, per tracciare dei punti di riferimento che orientano le nostre decisioni, che determinano una meta da raggiungere, un progetto.

Perché, quando scriviamo, che sia una poesia, un articolo, una storia per un libro, quel pezzo, ha bisogno di uno spazio compositivo.
Siamo compositori che ascoltano, prima di musicare, che leggono prima di scrivere.

La parola è il mezzo più bello e prezioso che abbiamo per comunicare chi siamo, attraverso le storie che ci appartengono o attarverso la nostra immagiazione.

Da queste riflessioni sono nati i corsi di scrittura creativa ed un corso, in particolare, di “Scrivere attraverso la musica” .

Grazie alla musica scrivere diventa facile, spontaneo, fluido, intuitivo.

Il corso è diventato un vero e proprio percorso grazie alla collaborazione con due Maestri, Ermanno Fugagnoli (docente conservatorio e scrittore) e Marco Marcuzzi (compositore e scrittore), che hanno deciso di partecipare a questo progetto.

Abbiamo pubblicato i nostri libri grazie ad un modo di sentire personale, grazie ad una passione indomabile e alla musica, nostra guida e maestra.

Abbiamo voluto questo corso per trasmettere e condividere quello che abbiamo imparato, e per creare una zona di confronto e di scambio con chi ha la curiosità di mettersi in gioco.

Scrivici!

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